Contrattura capsulare
La contrattura capsulare è una delle complicanze più comuni che possono verificarsi dopo l’intervento chirurgico di aumento del seno: si tratta di una condizione che può far cambiare forma al seno, può indurirlo e può provocare un dolore anche piuttosto intenso.
Come faccio a capire se ho una contrattura capsulare?
A seconda della gravità della contrattura capsulare, il seno può sollevarsi più in alto sul petto, ma può anche sembrare più stretto e distorto: man mano che la gravità della contrattura capsulare aumenta, il contorno della protesi può diventare visibile. Inoltre nei casi più gravi questa complicanza può far “spostare” il seno che sembrerà deforme.
Perché accade?
La normale risposta del corpo a oggetti estranei di qualsiasi tipo consiste nel creare un tessuto trasparente simile al tessuto cicatriziale nella zona circostante alla protesi. Questo tessuto è noto come come capsula cicatriziale o capsula tissutale. Quando questo tessuto cicatriziale si stringe diventa una contrattura capsulare. Quando viene eseguito un intervento di mastoplastica additiva, che prevede, quindi, l‘inserimento di protesi, il chirurgo crea una tasca dove collocare la protesi mammaria. Durante il processo di guarigione, si forma una capsula costituita da tessuto fibroso, e si tratta, come abbiamo detto, di un processo fisiologico. In circostanze normali, la tasca rimarrà aperta e consentirà alla protesi mammaria di apparire naturale. Quando, invece, si verifica una contrattura la capsula si irrigidisce e comprime la protesi, creando la nota contrattura capsulare.
Le cause esatte per cui può verificarsi la comparsa della contrattura capsulare non sono ancora chiare. Tuttavia, ci sono alcuni fattori di rischio che possono predisporre ad una contrattura capsulare:
- Fumo: quando fumi, il livello di ossigeno nel sangue diminuisce e ciò potrebbe ritardare il processo di guarigione, favorendo l’insorgenza di una reazione infiammatoria
- Biofilm sulla protesi: la formazione di un biofilm, uno strato microinfettivo che favorisce una maggiore risposta infiammatoria e un rilascio crescente di fibroblasti
- Infezione: è più probabile che si verifichi una contrattura capsulare a seguito di un’infezione a causa di una vasta reazione infiammatoria.
- Posizionamento sotto ghiandolare: una protesi mammaria posizionata sopra il muscolo, invece che dietro il muscolo, aumenta la possibilità di andare incontro ad una contrattura capsulare a causa della maggiore esposizione ai batteri e della diminuzione del flusso sanguigno attorno all’impianto
- Ematoma: un sanguinamento nella tasca creata per l’impianto è un’altra complicanza che potrebbe causare una reazione infiammatoria e di conseguenza favorire lo sviluppo della contrattura
- Sieroma e perdita linfatica: un sieroma, cioè la perdita di liquido dalla sede di incisione chirurgica, può essere un altro fattore di rischio.
Trattamento della contrattura capsulare
La competenza del chirurgo plastico è indispensabile per ridurre il più possibile il rischio di una contrattura capsulare: le tecniche giuste e le corrette procedure, soprattutto quelle più moderne, consentono di proteggere il sito e favorire un corretto processo di cicatrizzazione e di stabilizzazione dell’impianto mammario.
Per trattare la contrattura ci sono diverse possibilità:
- Massaggio: quando la contrattura viene diagnosticata precocemente, un massaggio frequente sulle protesi può migliorare l’indurimento della capsula.
- Farmaci: alcuni studi hanno dimostrato che l’uso off-label di farmaci per l’asma – come il Singular (Montelukast) – ha avuto effetti positivi in contratture di primo e secondo grado.
- Capsulectomia: una procedura chirurgica che prevede la rimozione della capsula cicatriziale.Una volta rimossa la capsula cicatriziale, il corpo creerà una nuova capsula attorno alla nuova protesi mammaria.
Contrattura capsulare dopo un mese
Sebbene questa condizione possa verificarsi in qualsiasi momento dopo l’intervento chirurgico, è più probabile che si verifichi nel periodo immediatamente dopo l’intervento di aumento del seno.
Fonti
Foto di Jerzy Górecki da Pixabay