Rinoplastica a ultrasuoni: intervista al chirurgo plastico

Rinoplastica a ultrasuoni

La rinoplastica a ultrasuoni è una delle nuove opportunità offerte dalla moderna chirurgia estetica per risolvere un inestetismo della punta del naso oppure un naso troppo grande. Si tratta di un’opzione mini invasiva che garantisce delicatezza e massima precisione da parte del chirurgo e comporta un post operatorio più breve e meno complesso. A proposito della rinoplastica a ultrasuoni abbiamo intervistato il dott. Stefano De Luca, chirurgo plastico della rete LaCLINIC, la rete italiana di chirurgia e medicina estetica presente in Italia con sedi a Roma, Milano, Napoli, Torino, Alba, Bergamo e Treviglio.

In cosa consiste la rinoplastica a ultrasuoni?

La rinoplastica, o meglio rinoscultura, ad ultrasuoni è una moderna tecnica di approccio all’intervento di rinoplastica.

La tecnica prevede l’impiego di un manipolo collegato ad un trasduttore che, grazie alla generazione di ultrasuoni, vibra ad alta frequenza ed è in grado di lavorare sulle strutture solide come ossa e cartilagine risparmiando tutti i tessuti molli come mucosa, muscoli e sottocute.

Con questa tecnologia innovativa è possibile scolpire nel vero senso della parola le strutture osse riuscendo a migliorare dettagli e imperfezioni prima impossibili da trattare.

Con gli ultrasuoni è possibile lavorare sulle strutture ossee con estrema precisione e delicatezza, cosa impossibile con i normali strumenti manuali quali osteotomi (piccoli scalpelli da osso) raspe e martello.

In quali casi questa procedura può sostituire la rinoplastica tradizionale?

La rinoscultura ad ultrasuoni rappresenta una tecnica di largo impiego nella chirurgia del naso, infatti puó essere applicata a tutti i casi di rinoplastica sia estetica che funziale, l’unica controindicazione riguarda l’utilizzo nei pazienti portatori di pacemaker.

Inoltre è possibile intervenire anche su nasi precedentemente operati con tecnica tradizionale in cui sono presenti difetti ossei legati alla scarsa precisione degli strumenti standard da osteotomia.

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Cosa aspettarsi dal post operatorio della rinoplastica a ultrasuoni?

Grazie alla delicatezza ed al rispetto dei tessuti molli di mucosa, sottocute e muscoli il post operatorio della rinoscultura a ultrasuoni differisce enormemente da quello di una rinoplastica standard per la quasi assenza di lividi, la riduzione del gonfiore ed il rapido recupero, va ricordato inoltre che quelli che sono il profilo ed i bordi delle strutture ossee trattate sono levigate con estrema precisione per evitare oltre ai possibili difetti visibili, tipici degli strumenti tradizionali, anche le più piccole imperfezioni al tatto.

In cosa la rinoplastica ad ultrasuoni è diversa dalla rinoplastica

Come si legge sul sito dell’American Society and Plastic Surgeons, gli inserti piezoelettrici (PEI) hanno la capacità di agire selettivamente sulle ossa e/o sulla cartilagine dura, senza danneggiare i tessuti molli. È importante sottolineare che le linee create dalla chirurgia piezoelettrica sono molto accurate ed eliminano il rischio di irradiare le linee di frattura come può accadere con gli strumenti di rinoplastica tradizionali.

In teoria, dunque, con un minore trauma circostante si riduce la quantità di sanguinamento chirurgico, lividi post-chirurgici, gonfiore e dolore. Tuttavia è più facile che si possa andare incontro, successivamente, ad una rinoplastica di revisione.

Fonti